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Cellulari, a rischio i portatori di apparecchi ortodontici
La notizia arriva da un recente studio che ha scoperto che l’uso del telefono cellulare incrementa notevolmente la concentrazione del nichel nella saliva di coloro che indossano apparecchi ortodontici.
In particolare su un campione di 50 persone con apparecchi fissi ai denti è stato misurato il livello di nichel in un periodo di non utilizzo del cellulare, confrontandolo con quello rilevato dopo la ripresa del suo uso e in coloro che hanno registrato un monte ore di conversazione più alto, i livelli del metallo hanno subito un incremento.
Il nichel è un metallo tossico e cancerogeno oltre che una comune causa di dermatite allergica da contatto; la sua presenza è stata riscontrata in alcune parti dei più comuni apparecchi ortodontici, quali fili metallici, staffe e fascette e il suo rilascio, come dimostrato dalle indagini, viene favorito dalle onde emesse dai telefoni cellulari, se posizionati vicino alla testa.
Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, i composti del nichel sono classificati come cancerogeni per l’uomo ma ancora non è chiaro quali siano le forme che presentano i maggiori rischi; in ogni caso il nichel può causare delle alterazioni al DNA umano, principalmente tramite la scissione dei suoi filamenti.
Empiricamente è stato suggerito un limite biologico di 30 μg per grammo di nichel nelle urine dei lavoratori esposti ai composti solubili del metallo ad ogni fine turno.
La Federal Communications Commission degli Stati Uniti richiede che tutti i telefoni cellulari siano testati secondo il loro grado di SAR, Specific Absorption Rate, vale a dire una misura delle radiazioni provenienti da onde elettromagnetiche assorbite dalla testa e dal corpo.
Il SAR è misurato in laboratorio utilizzando un modello artificiale di adulto maschio contenente diversi fluidi che simulano il tessuto umano; la procedura, adottata nel 1996, venne criticata in seguito nel 2012 poiché il modello artificiale non poteva in alcun modo simulare alla perfezione un essere umano, in quanto privo di accessori quali per l’appunto un apparecchio per i denti, un paio di banali orecchini o i semplici occhiali da vista, tutti oggetti in grado di aumentare l’assorbimento di radiazioni.
Il SAR non tiene nemmeno conto del fenomeno che vede molti bambini quali grandi utilizzatori di apparecchi elettronici e, considerando che il cervello di un bambino assorbe due volte le radiazioni assorbite da quello di un adulto, il test non potrebbe avere alcuna validità reale.
Dal punto di vista puramente anatomico, basti pensare che la posizione della ghiandola parotide, ovvero al margine anteriore dell’orecchio esterno e tra il ramo mandibolare e il muscolo sternocleidomastoideo, a 4-10 mm sotto la pelle, rende questo organo una vittima perfetta dell’esposizione delle onde emesse dai cellulari, che proprio qui vengono appoggiati.
E non è quindi un caso l’aumento riscontrato delle forme tumorali in queste particolari ghiandole in seguito al trend di crescita dell’utilizzo dei telefoni cellulari.
#ConteMascetti
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